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Un esercito in attesa di un capo

Jasper Juinen/Getty Images

Un esercito in attesa di un capo

La disoccupazione di massa agli inizi degli anni trenta dette origine ad Adolf Hitler e al nazismo. Potrebbe accadere di nuovo?

La crisi della disoccupazione europea è un qualcosa che tutti noi conosciamo, ma di cui poche persone fuori dall’Europa ne parlano. Forse avete visto le cifre e le statistiche atroci, le lunghe linee di disoccupati scontrosi dei greci e degli spagnoli. Ma avete in realtà pensato a che cosa significa questo per l’Europa e per il resto del mondo?

La storia è carica di esempi di fallimenti economici, specificatamente della disoccupazione di massa, ne risulta un sollevamento politico sociale estremo, poi la nascita di ideologie e di governi tirannici, e poi la guerra. In particolare l’Europa ha una narrazione storica fatta di intensa insoddisfazione pubblica che porta direttamente a dei conflitti feroci.

È l’Europa del 21° secolo immune a questo fenomeno storico?

La mente disoccupata

La disoccupazione di massa può essere uno spettacolo spaventoso. Quando una persona in età lavorativa ha un incarico quotidiano significativo – come quello di fare i cappuccini, stendere i mattoni, creare gli spreadsheet - la sua mente è attiva ed occupata. Ha un guadagno, che vuol dire cibo sulla tavola, un tetto sopra la testa, figli vestiti ed anche un futuro speranzoso. La mente occupata tende ad essere più stabile, più contenta, e più fiduciosa.

Togliete l’occupazione, e due cose cominciano ad accadere psicologicamente: la prima, poiché i debiti si accumulano e lo stomaco fa male, il disoccupato diventa stressato e frustrato. Così quando la situazione persiste, l’ansia si evolve in disperazione, senza speranza, persino in sconforto. La seconda, svantaggiato dalle sue condizioni deterioranti - la perdita della casa di famiglia, il declino della sua posizione sociale, la tensione coniugale - il disoccupato può diventare emotivamente e mentalmente vulnerabile.

L’unica merce che la persona disoccupata ha adesso a disposizione è il tempo - ha tempo per la sua suscettibile, disillusa mente di intrattenere nuove, spesso estreme o radicali “soluzioni” che gli promettono di venire in suo soccorso contro un sistema che lui crede l’abbia fatto fallire. Scontento dello status quo, ha nostalgia di qualcosa di nuovo. Di un nuovo partito politico, di nuove ideologie, di nuovi leader, di una nuova politica - di un completo sistema nuovo.

Quando la disoccupazione è bassa, le minacce d’inquietudine sociale e di trasformazione politica sono facili da mitigare. Ma quando raggiunge livelli alti per un periodo sostenuto, all’improvviso si ha un esercito di persone che hanno perduto lo standard di vita e sono arrabbiate. Un esercito carico che abbraccia ideologie politiche estreme. Un esercito pronto a seguire un capo che promette salvezza. Un esercito preparato a rovesciare il vecchio sistema.

Quando questo succede, la disoccupazione cessa di essere una questione economica sfortunata per diventare un’allarmante crisi politica e sociale che può portare maggiori catastrofi – persino di scala mondiale!

Ebbene, di quanto l’Europa è vicina a questo momento trasformativo?

Il livello della crisi

Il tasso composto della disoccupazione di marzo negli stati dell’euro zona era del 12,1 per cento. Espanso ad inclusione di tutti i 27 stati dell’EU, esso rimase stabile al 10,9 per cento. Queste cifre sono brutte, ma non disastrose. Ma basta guardare alla disoccupazione a livello nazionale.

In Grecia il tasso di disoccupazione ad aprile era di poco superiore al 27 per cento, in salita dal 21,5 per cento rispetto ai 12 mesi precedenti. Il tasso della Spagna era del 26,7 per cento. In questi due paesi, più di un quarto delle persone che vogliono lavorare non trovano lavoro. Lì la disoccupazione è peggiore di quello che era ai tempi della Grande Depressione in America.

Altri paesi europei si muovono nella stessa direzione. Il tasso di disoccupazione di aprile del Portogallo era del 17,5 per cento ed è in crescita. Quello della Slovacchia era del 14,5 per cento ed è in aumento. Durante un viaggio in Francia nel mese di maggio, parlai con tre amici che hanno una occupazione, ciascuno di loro mi disse che le loro aziende stavano per sospendere degli impiegati dal lavoro nel giro di pochi mesi a venire. Un amico contabile, essendo venuto a conoscenza di situazioni finanziarie di numerose aziende, disse che quasi tutte avevano in programma di ridurre il personale.

Queste cifre prendono in considerazione solo quelli volenterosi e che sono in grado di lavorare. Non includono le persone che non ricevono più i sussidi per la disoccupazione; o quelli che hanno smesso di cercare il lavoro, o le persone che hanno un’occupazione, ma solo part time. Non includono gli studenti. E non prendono in considerazione quelli che hanno lasciato il paese in cerca di lavoro altrove. Negli ultimi 12 mesi, per esempio, più di un milione di europei si sono trasferiti in Germania in cerca di lavoro.

George Friedman il direttore esecutivo di Stratfor ha una linea di guida analizzando la disoccupazione: «Una regola che io uso è che per ogni persona senza lavoro, altre tre ne subiscono le ripercussioni, che si tratti del coniuge, dei figli o chiunque sia. Questo significa che quando si colpisce il 25 per cento di disoccupazione, virtualmente questo influisce su ognuno di noi.» Secondo questi parametri, la disoccupazione sta avendo ripercussioni su ognuno in Spagna e in Grecia. In molti altri stati, la metà fino ai due terzi del popolo è colpito dalla disoccupazione.

Usando questa linea di guida, più di 150 milioni di persone nell’EU hanno subito un impatto diretto o indiretto dalla disoccupazione! L’Europa è piena fino all’orlo di milioni di giovani emarginati che languiscono per un cambiamento, e sono pronti a lanciarsi in aiuto di chiunque, di qualcuno, che ha una soluzione verso un futuro brillante!

I giovani d’Europa hanno solamente una comprensione superficiale della seconda guerra mondiale, e della propensità storica verso capi e partiti politici radicali, come il nazismo di Hitler, che sfruttano la crisi economica a scopo di ambizioni turpe. Staccati da questa parte della storia, i giovani disoccupati d’Europa sono molto probabili di ripetere la storia.

A giudicare dalle cifre, è una meraviglia che l’Europa non stia già ribollendo in tumulto e in altri sollevamenti sociali di massa. Sembra che molte persone siano ancora placate dai sussidi statali. Ma dare solo i soldi alla gente è semplicemente non sostenibile. Che cosa succede quando questi benefici tappa buchi, inevitabilmente, si prosciugano?

Questa è una realtà, che sta accadendo, e voi dovete pensarci seriamente. Attraverso l’Europa, specialmente nella parte sud del Mediterraneo, ci sono milioni di persone scontente e in collera con molto tempo e la mentalità a disposizione, pronte ad appoggiare qualsiasi ideologia in cambio di una vita migliore.

Un esercito massiccio di europei è pronto proprio adesso a stare dietro alla persona che può promettere la salvezza.

L’ascesa dell’estremismo

Ad Aprile, Michael Collins, un giornalista in investimento del Fidelity Worldwide Investment, ha rilasciato il seguente avvertimento: «L’ascesa di Adolf Hitler e di Benito Mussolini durante la depressione degli anni 30 dimostra come una crisi di disoccupazione ... crea un caos politico di cui i demagoghi ne possono approfittare» (enfasi aggiunta dall’inizio alla fine).

Fra il 1930 e l’inaugurazione di Hitler nel 1933, chi era la fonte primaria di reclutamento di SA (Sturmabteilung), il famigerato battaglione d’assalto di Hitler? La massiccia armata di disoccupati. Durante questo breve periodo, le SA costruirono una armata privata di circa 300 000 truppe. Di cui all’incirca 200 000 provenivano dal rango dei disoccupati.

Potremmo vedere accadere un sviluppo simile oggigiorno?

In The rise of Fascism, F.L. Carsten documenta la rapida ascesa del nazionalsocialismo nella Germania nei primi anni trenta: «Alla fine del 1929 [il partito Nazionale Socialista] aveva 178 000 membri, verso la fine del 1930 aveva circa 380 000, ma verso la fine del 1931 più di 800 000.» Quelle cifre incredibili insegnano una lezione importante: Con le condizioni giuste, i capi e i partiti politici anticonvenzionali possono guadagnare enorme popolarità in pratica dall’oggi al domani.

Notate anche questo: «Il trentotto per cento di quei membri avevano meno di trenta anni di età, più di ogni altro partito» (ibid.). Hitler e la sua ideologia divennero attraenti specialmente per gli alienati della società tedesca, i giovani facilmente proni ad essere comandati!

In questo libro, Carsten identifica i vari gruppi che furono preda della personalità di Hitler e delle sue promesse, e delle ideologie del nazionalsocialismo. «ma soprattutto», scrive, «erano le vittime della crisi, erano non solo i disoccupati, ma i diseredati in generale che affollavano il partito e che diventarono un’udienza entusiasta durante gli incontri attentamente inscenati.»

L’Europa oggi è piena di «vittime della crisi,» di persone sempre più «diseredate» dallo status quo. Osiamo rischiare di credere che la storia non si possa ripetere?

Anche George Friedman di recente faceva notare il ruolo della disoccupazione in ascesa del regime fascista ante guerra, e di come molte élite a quel tempo avevano sottovalutato il potenziale delle ristrettezze economiche, di come avrebbero dato origine a delle figure rappresentative estreme. Egli scrive, «È importante capire le conseguenze di questo tipo di disoccupazione... il Fascismo ebbe le sue radici in una Europa con dei gravi fallimenti economici in cui le élite della finanza fallirono di riconoscere le conseguenze politiche della disoccupazione» (5 marzo). Vedete, la storia ci avverte di non essere ignoranti della potenza della disoccupazione di massa!

«[Le élite] risero ai partiti con a capo uomini che erano stati vagabondi venditori di cartoline per strada e che promisero miracoli economici se soltanto i responsabili di quella miseria del paese sarebbero stati epurati. Uomini e donne che precipitarono da una vita fatta di comfort della piccola borghesia, non risero, ma risposero zelantemente a quella speranza. Di conseguenza ne furono dei governi che circondarono la propria economia dal resto del mondo conseguendo un risultato con direttiva e manipolazione» (ibid.).

Siete consapevoli che stiamo già vedendo quello scenario citato in pieno svolgimento? Per tutta l’Europa, i movimenti politici radicali stanno comparendo sulla scena, apparentemente dal vuoto, per soverchiare l’ordine politico esistente. La tendenza è più evidente in Grecia, dove la Lega Popolare – Aurora Dorata, un partito neonazista, è il terzo partito politico più popolare nel paese, sostenuto dal 13 per cento della popolazione. I neonazi ora siedono in Parlamento della nazione greca – ed esibiscono il saluto nazista.

Nel frattempo, i partiti tradizionali della Grecia sono stati decimati. Solamente quattro anni fa, il partito socialista Pasok ricevette 44 per cento dei voti, con Alba Dorata che ottenne una frazione dell’uno per cento. Oggi Pasok è uno dei partiti minori della Grecia, con solo il sette per cento dei sostenitori. La crisi economica, specialmente la disoccupazione avanzata, ne è responsabile!

L’Italia sta attraversando cambiamenti simili. A febbraio, un partito nuovo di zecca, il Movimento 5 Stelle, vinse più voti di ogni altro partito nelle elezioni nazionali. In questo partito, i candidati, pochi se non addirittura nessuno, non avevano nessuna esperienza politica precedente. Il suo rappresentante più famoso, Beppe Grillo, faceva il comico di professione. E il Movimento 5 Stelle ha vinto un quarto dei voti. In seguito l’Italia ci ha messo dei mesi a formare un nuovo governo mentre la classe politica faticava ad ingoiare questi cambiamenti radicali.

Grazie alle crisi economiche, molta popolazione europea è pronta ad accogliere il proprio Movimento 5 Stelle. Francois Hollande, il presidente francese, eletto appena l’anno scorso, è già il presidente meno popolare che la Francia abbia mai avuto. I sostenitori del Partito Popolare di destra al potere in Spagna si è dimezzato da quando ha vinto le scorse elezioni a novembre del 2011. Tuttavia il partito principale di sinistra, il Partito Socialista Spagnolo, non ha guadagnato piede e popolarità anche se la gente ha disertato i suoi rivali. Gli spagnoli sono stufi di tutti i soliti politici. Persino la famiglia reale vede il suo quoziente di approvazione sprofondare.

Si tratta di una tendenza preoccupante. Per tutta l’Europa, la popolarità dei partiti politici moderati di vecchio stampo è in declino, mentre i partiti estremisti stanno avendo una crescita esplosiva!

Per adesso, questa tendenza sta accadendo principalmente a livello nazionale. Ma che cosa succederebbe se un individuo o un regime si facesse avanti e cominciasse a conquistare il cuore degli europei nel continente? Non sarebbe facile unire tali gruppi di nazioni così divise. Ma se avesse successo, quel regime avrebbe un potere sbalorditivo!

Entra il Vaticano

A maggio, il rubricista del quotidiano Telegraph ed economista Ambrose Evans-Pritchard ha scritto un eccellente articolo su un avvenimento che La Tromba aveva di gran lunga anticipato. Nel suo reportage da Toledo in Spagna, Evans-Pritchard faceva notare che la Chiesa Cattolica aveva iniziato a mostrare un vivo interesse sulla crisi economica europea, specificamente sul problema europeo della disoccupazione.

Prima di notare alcuni punti focali di quell’articolo, richiamate alla memoria quello che Herbert W. Armstrong scrisse sul ruolo del Vaticano e della Chiesa Cattolica per l’unione dell’Europa. Nell’agosto del 1978, egli scrisse: «Gli europei vogliono il loro potere militare unito! ... Hanno fatto uno sforzo reale verso l’unione nel Mercato Comune. ... Ma loro sanno bene che c’è una e solo una possibilità di unione in Europa – e cioè tramite il vaticano» (Good News, enfasi sua).

Due anni dopo, egli avvertì che «le condizioni nel mondo possono forzare le nazioni europee ... ad unirsi, facendo così rinascere il «Sacro Romano Impero» ... Per un po’di tempo [Le nazioni europee] hanno voluto unirsi politicamente, con una moneta unica e la forza militare in comune. – ma sono state incapaci. Può essere compiuto solo tramite il vaticano» ( Worldwide News, giugno 1980).

Nella Pura Verità del gennaio 1979, il signor Armstrong descrisse uno scenario che è notevolmente rilevante oggigiorno: «Le nazioni d’Europa si sono sforzate di riunirsi. Desiderano una moneta comune, una singola forza militare, un singolo governo unito. Hanno cominciato con il Mercato Comune. Stanno adesso lavorando verso una moneta unica. Tuttavia, su una base puramente politica, sono stati totalmente incapaci di unirsi». Nonostante questi interessi politici conflittuali, il signor Armstrong spiegò, i paesi europei troveranno il modo di unirsi. In che modo? «In un solo modo può questo Sacro Romano Impero essere portato a frutto – con i “buoni uffici” del Vaticano, unendo chiesa e stato ancora una volta, con il Vaticano a cavalcioni e al comando».

Gerald Flurry e La Tromba hanno echeggiato questa previsione del signor Armstrong sin da quando la crisi economica europea è cominciata: Il cattolicesimo, e in modo specifico il Vaticano, sarà principalmente responsabile dell’unificazione d’Europa sotto la guida della Germania!

«Dobbiamo dare alla gente un po’ di speranza»

Ora considerate il seguente commento recente di Braulio Rodriguez, l’arcivescovo di Toledo ed il più alto ufficiale cattolico in Spagna. In un’intervista con il quotidiano il Telegraph ha detto: «Dobbiamo cambiare direzione, altrimenti così l’intero sistema politico va giù.

«È molto pericoloso. La disoccupazione ha raggiunto dei livelli tremendi ... C’è un profondo senso di disagio in tutta la società, e non è soltanto in Spagna. Dobbiamo dare alla gente un po’ di speranza o questa situazione fomenterà conflitti e odio reciproco.»

Il Vaticano vede lo spirito della privazione economica stabilirsi in Europa. E sta cominciando a posizionarsi nel vuoto che c’è per il comando del paese!

Riguardo alle osservazioni dell’arcivescovo, Evans-Pritchard ha scritto: «Le chiese d’Europa stanno emergendo in posizioni potenti di autorità, riempendo un vuoto lasciato dai partiti di tutte le scie politiche infangati dalla crisi. I capi politici tedeschi forse sono un po’ più pronti ad ascoltare le critiche del Vaticano e del suo clero che i politici del Club Mediterranee».

Notate che: «I capi tedeschi potranno esitare ad ascoltare gli altri politici europei, ma sono pronti ad ascoltare quello che il Vaticano dice!

C’è un numero enorme di cattolici in Europa, soprattutto nel sud d’Europa. Molti dei quali non sono quello che chiamereste cattolici vigilanti. Ma condizioni estreme di ristrettezze economiche, e tutte le prove che portano con sé, hanno la tendenza di infiammare la disposizione religiosa di una persona. Restate a guardare: così come i problemi dell’Europa aumentano, la popolarità della Chiesa Cattolica andrà migliorando poiché le persone si rivolgono alla Chiesa per avere conforto e guida.

Con un intero continente che guarda alla fede cattolica per la guida, il Vaticano avrà il potere di nominare effettivamente un capo ed un regime in tutta l’Europa di sua scelta!

Proprio come dice la Bibbia

Sarà proprio come la Bibbia profetizza in Apocalisse capitolo 13. (Potete studiare le profezie a fondo nel nostro libretto gratuito Who or What is the Prophetic Beast? - Chi o che cosa è la bestia profetica? - disponibile in inglese e in altre lingue). Questo capitolo discute due «bestie» o istituzioni del tempo della fine. La prima è la combinazione politico-militare, che ha vissuto multiple resurrezioni durante gli ultimi 1500 anni. Si tratta dell’Impero Romano.

La seconda è una entità «religiosa», discussa nel versetto 11: «Poi vidi un’altra bestia, che saliva dalla terra, e aveva due corna simili a quelle di un agnello, ma parlava come un dragone.» Questa religione ha l’aspetto di un agnello – sembra pacifico, amichevole, innocuo – ma parla, o agisce, come un dragone.

Ora notate questa seconda bestia, questo potere religioso, cosa fa. Versetto 12: «Ed esercitava tutta la potestà della  prima bestia, alla sua presenza; e facea sì che la terra e quelli che abitano in essa adorassero la prima bestia la cui piaga mortale era stata sanata».

Questa grande religione, che ha l’aspetto di un agnello, ma parla come un dragone, costringe le persone a «venerare», o ad accogliere ed appoggiare, la bestia politico-militare!

Riconoscete che questo asse letale è già in via di formazione? La prima bestia, la settima e la finale manifestazione dell’Impero Romano, è l’unione delle nazioni europee dominata dalla Germania. La seconda bestia è la Chiesa Cattolica Romana. Il Vaticano è già una istituzione chiave in Europa ed ha già influenzato molte decisioni importanti. Eppure le profezie bibliche dicono che ci dovremmo aspettare molta più cooperazione fra il Vaticano e i governi europei.

Ci dovremmo aspettare che il Vaticano si faccia avanti e porti i milioni di scontenti in Europa verso la Germania e l’arrivo di quella figura forte d’Europa.

Continuate a prestare attenzione all’Europa, specialmente al suo malessere economico e alla sua disoccupazione. Mentre osservate, passate oltre i fatti quotidiani e le cifre, e pensate seriamente alle più ampie ramificazioni. La disoccupazione di massa non è una questione meramente economica. La storia ci mostra che essa può causare un massiccio sollevamento politico e sociale, che spesso ha come risultato l’emergenza di un leader tiranno e di ideologie pericolose, seguito, troppo spesso, da guerre immensamente distruttive.

Quando considerate questo tipo di storia assieme alle profezie della Bibbia, diventa ovvio che la domanda pertinente non è si può ripetere la storia? Ma piuttosto, è quella di come può non ripetersi?