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Spiegando la visione radicale del mondo del presidente Obama
L’anno scorso l’uomo notoriamente conosciuto come «Il Sindaco d’America» ha fatto notizia in prima pagina, asserendo che il presidente Barack Obama è stato influenzato dai comunisti fin da giovane.
«Da quando aveva 9 anni, ha subito l’influenza di Mark Marshall Davis, che era un comunista,» ha detto l’ex sindaco di New York Rudy Giuliani, in una intervista con il New York Post (21 febbraio 2015). Questo uomo, famoso per il ruolo che ha avuto nel ricostruire New York dopo gli attacchi dell’11/9 e una volta candidato repubblicano alla presidenza, poi spiegava come Stanley Dunham, il nonno del Presidente, ha fatto conoscere il giovane Barack Obama all’ormai famoso
comunista attivista nel 1970.
Più avanti nell’intervista, Giuliani evidenziava come il presidente Obama è stato anche influenzato dagli insegnamenti dell’organizzatore della comunità socialista, Saul Alinsky e da Jeremia Wright, il predicatore della Teologia della Liberazione dei Neri. «Egli non parla dell’America nel modo in cui hanno fatto John Kennedy e Ronald Reagan, della grandezza americana e dell’eccezionalità,» diceva Giuliani. «Egli è stato educato da persone che criticavano gli Stati Uniti.»
In risposta a questi commenti, l’ufficio stampa della Casa Bianca e la maggior parte dei principali mezzi di diffusione hanno cercato di dipingere Giuliani come una figura tragica, qualcuno che una volta è stato un grande uomo, ma che adesso è un lunatico da marciapiede. «Vi posso dire che è triste vedere qualcuno che è riuscito ad ottenere una certa statura e persino ammirazione, offuscare così a fondo quella eredità,» ha detto il segretario di stampa Josh Earnest. «Qui non c’è nessuno che si rallegra del male di altri. La gente si sente dispiaciuta per Rudy Giuliani.»
È strano, tuttavia, che figure politiche su entrambi i lati degli schieramenti abbiano respinto le pretese di Giuliani in modo così disinvolto. Persino il giornalista della corrente principale, Tom Brokaw, ha ammesso che la stampa non aveva esaminato attentamente il candidato Barack Obama. Come possono essere le persone così sicure che il Presidente non fosse stato influenzato da una ideologia politica di sinistra radicale?
Mentre molti deridono alla nozione di una qualsiasi connessione del Presidente con il Marxismo, pochi in realtà hanno studiato la questione. Invece, loro escludono una qualsiasi menzione di sinistrismo radicale nel passato di Obama e la spiegano come un tentativo di dipingere il Presidente come un agente del kgb o un simpatizzante bolscevico che nasconde le proprie tendenze.
Nell’autobiografia del presidente Obama, Dreams From My Father (I sogni di mio padre), il libro più venduto nel 1995, si vede chiaramente che lui è stato profondamente influenzato da Frank Marshall Davis e da molti altri che erano perlomeno bendisposti verso l’ideologia marxista. Le radici ideologiche di Barack Obama sono molto più radicali rispetto a quanto il grande pubblico è stato portato a credere. Noi dobbiamo considerare i fatti delle sue radici ideologiche se vogliamo capire dove l’amministrazione Obama sta
conducendo l’America!
Frank Marshall Davis
Dreams From My Father spiega che durante gli anni della sua adolescenza quando viveva nelle Hawai, Barack Obama è stato profondamente influenzato da un poeta nero chiamato Frank. Questo «Frank» viene citato ventidue volte nel libro con il suo primo nome, ma stranamente, Obama non ha mai divulgato il suo cognome. Ancora un mistero maggiore è la completa eliminazione dei passaggi del libro che menzionano «Frank» dalla versione audio del 2005 di Dreams From My Father.
Tuttavia, quando era uno studente di legge all’Università di Harvard, il signor Obama era meno timido riguardo alla autentica identità di Frank. In una lettura televisiva della sua autobiografia, andata in onda sulla Cambridge Municipal Television nel settembre del 1995, Obama ammise che si trattava di Frank Marshall Davis un giornalista nero, poeta e pornografo che ha aderito al Partito Comunista usa (cpusa) per diventare il membro numero 47544.
Davis si unì al cpusa agli inizi della seconda guerra mondiale e subito dopo si associò al gruppo American Peace Mobilization, che il Congresso identificò come «uno dei fronti più famigerati e apertamente comunista mai organizzato in questo Paese.» Assieme al suo compagno di viaggio Robert Taylor, Davis lavorò con il fronte American Peace Mobilization per mantenere l’America fuori dalla guerra contro la Germania nazista.
Nel 1939, Adolf Hitler firmò un patto di non aggressione con Joseph Stalin e ci si aspettava un sostegno ininterrotto a Stalin da parte dei comunisti fedeli americani. Dopo la fine della guerra, Davis come capo editore del Chicago Star, una pubblicazione comunista con lo scopo dichiarato di promuovere una «politica di cooperazione e di unità fra la Russia e gli Stati Uniti» ha continuato a sostenere Stalin.
Nelle sue rubriche, Davis sosteneva che il presidente Harry Truman era un fascista, un razzista imperialista. Accusava i leader americani di «desiderare ardentemente una scusa per lanciare un incubo nucleare di omicidi di massa e di sterminio» contro i sovietici. Esortava i comunisti a una presa di potere in Cina, Corea e Vietnam. Criticava Washington per dare la Germania dell’Ovest ai seguaci del nazismo, mentre sosteneva che Stalin stesse perseguendo una «democrazia» nella Germania dell’Est e nel blocco sovietico.
Nella mente di Frank Marshall Davis, la minaccia più grande per il mondo non era lo spettro sovietico, ma «il dominio imperialista angloamericano.»
In Livin’ the Blues, il libro di memorie postumo di Davis, egli ammette di aver lavorato con diversi gruppi radicali di ala sinistra a Chicago fra il 1935 e il 1948. «Io ho lavorato con gruppi di ogni genere,» lui ha scritto. «Non ho fatto nessuna distinzione fra coloro che erano etichettati comunisti, socialisti o meramente liberali. Il mio unico criterio era questo: “Siete con me nella mia determinazione di spazzare via la supremazia dei bianchi?”»
Eppure mentre Davis pretendeva di lottare per l’uguaglianza razziale, egli elogiava l’Unione Sovietica di Stalin come un esempio di una società di «uguaglianza a prescindere dal colore o dalla razza, avente dignità umana per tutti.» Egli non ha mai menzionato i 3,3 milioni di persone che Stalin deportò nei campi di concentramento in Siberia e in Asia Centrale fra il 1941 e il 1949 per il reato di essere in disaccordo con il suo marchio di economia socialista. Secondo alcune stime, fino al 43 per cento di loro sono morti di malattie e di malnutrizione, in quei campi di reinsediamento, .
«In breve, gli scritti di Frank Marshall Davis erano oltraggiosi,» ha scritto il dottor Paul Kengor, il direttore esecutivo del Centre for Vision and Values (Centro per la Visione e i Valori). «Un sermone di Jeremiah Wright o una lezione universitaria di Bill Ayers sono scialbi in confronto» (American Spectator, ottobre 2012).
Dopo aver lasciato Chicago nel 1948, Davis si trasferì alle Hawaii con un posto da cronista per il Honolulu Record, una pubblicazione dal [sindacato] Communist-controlled International Longshore e Warehouse Union. È stato qui nelle Hawai che egli ha fatto amicizia con Stanley Dunham e con suo nipote, Barack Obama.
La presentazione nel 1970 di Barack Obama all’età di 9 anni a Frank Marshall Davis di 65 anni fu testimoniata dalla vicina di casa Dawna Weatherly-Williams. Al Telegraph di Londra lei ha detto che questa presentazione era stata organizzata dal nonno di Obama, che stava cercando un modello maschile nero per suo nipote.
La sorellastra materna di Obama ha aggiunto che suo nonno vedeva Frank Davis come «un punto di connessione, un ponte se si vuole, verso una più ampia esperienza afro-americana per mio fratello.»
Nel corso del decennio che seguì a questo incontro, Davis e il giovane Obama si sono incontrati molte volte, alle volte spesso per ore e fino a tarda notte. Nel libro Dreams From My Father, Obama racconta come Davis gli offriva consigli su diverse questioni fondamentali nella vita di una persona: sulla razza, sulle donne, sul college e sulla società in generale.
In una sezione del libro, Obama racconta di essere andato da Davis per cercare consigli dopo che la sua nonna bianca tornò a casa spaventata da un uomo nero che le aveva chiesto dei soldi. Davis disse ad Obama che sua nonna aveva ragione ad aver avuto paura. «[T]ua nonna ha diritto di essere spaventata,» disse Davis.
«Lei sa che le persone di colore nero hanno una ragione per cui odiare. È proprio così. Per il tuo bene vorrei che fosse diversamente, ma non lo è. Quindi è meglio che ti ci abitui.» Non era un messaggio di riconciliazione razziale, ma uno dettato dalla rabbia della lotta di classe. Quella nozione viene direttamente dalle pagine del Manifesto Comunista.
In un’altra sezione di Dreams From My Father, Obama racconta dei consigli datogli da Davis quando stava per lasciare le Hawaii per studiare all’Occidental College. «Capisci una cosa, ragazzo,» Davis disse al giovane Obama. «Tu non stai andando al college per ricevere un’educazione. Tu stai andando lì per essere addestrato. … Loro ti addestreranno a dimenticare ciò che sai già. Ti addestreranno così bene, che comincerai a credere a quello che ti dicono sulle pari opportunità e sul modello americano e tutta quella [parolaccia].»
Le memorie del signor Obama su questo periodo all’Occidental College mostrano che egli prese molto a cuore quei consigli radicali.
L’Occidental College
Relativamente si conosce poco degli anni al college del presidente Obama, oltre a quello che egli registra nelle sue memorie. Anche queste memorie, tuttavia, sono sorprendentemente rivelatorie di quanto fosse radicalmente di sinistra la sua visione del mondo a questo punto della sua vita.
«Per evitare di essere scambiato per un venduto, ho scelto i miei amici con attenzione,» egli scriveva in Dreams From My Father. «Gli studenti neri più politicamente attivi. Gli studenti stranieri. I chicanos. I professori marxisti, i sostenitori del femminismo e i poeti punk-rock. Fumavamo le sigarette e indossavamo le giacche di pelle. Di notte, nel dormitorio, si discutevano il neocolonialismo, Franz Fanon, l’eurocentrismo e il patriarcato. Quando avevamo spento le nostre sigarette sul tappeto del corridoio o fissato i nostri impianti stereo così forti che le pareti cominciavano a tremare, noi stavamo facendo resistenza contro le costrizioni opprimenti della società borghese.»
Secondo il dottor John C. Drew, uno scienziato politico che ha conosciuto Obama all’Occidental College, il Presidente attuale americano partecipò anche ad alcune riunioni dell’Alleanza Socialista Democratica in quegli anni. Questo gruppo era un’associazione studentesca marxista-socialista fondato da Drew nel 1976.
Nel 1980 in un’intervista alla radio con il dottor Paul Kengor sul Glen Meakem Program, Drew spiegava che la sua ragazza, a quel momento, Caroline Boss, gli aveva presentato l’allora diciannovenne Barack Obama come un compagno marxista. In quel momento della sua vita, Drew aveva abbandonato lo stile violento e rivoluzionario del marxismo-leninismo in favore dell’approccio più graduale abbracciato da Herbert Marcuse. Così, egli ha menzionato la sua sorpresa che Obama stesse prevedendo una rivoluzione popolare.
Sebbene in seguito Drew abbia ripudiato interamente il Marxismo, lui è ancora visto come una sorta di «anello mancante» fra l’esposizione di Barack Obama al comunismo per mezzo di Frank Marshall Davis e la sua successiva esposizione ad altre forme più sottili di sinistrismo radicale a Chicago: «Mi sentivo come se stessi facendo un favore ad Obama nel mettere in evidenza che la rivoluzione marxista a cui lui e Caroline e Chandoo stavano sperando, era un sogno impossibile, poiché non c’è niente nella storia europea o nella storia delle nazioni sviluppate che facesse avverare questo genere di fantasia – voi capite, la fantasia sulla rivoluzione di Frank Marshall Davis» (16 ottobre 2010).
Indipendentemente dal fatto che il dottor John Drew potesse avere o no, alcun impatto concreto sulla visione del mondo di Obama, è evidente che le simpatie marxiste di gioventù del signor Obama alla fine hanno fatto strada ad una forma più ingannevole di una
ideologia di estrema sinistra.
Connessioni con Alinsky
Nel libro Dreams From My Father, il signor Obama identifica Marty Kaufman come un’influenza chiave. Secondo Obama, Kaufman è stato colui che lo ha assunto a lavorare come un organizzatore comunitario per il progetto Comunità in Sviluppo a Chicago. Poiché lui ha lavorato come organizzatore comunitario a Chicago per un certo numero di anni, Maureen Dowd del New York Times è stato in grado di identificare Jerry Kellman come il suo capo durante questi anni. In modo simile a come aveva fatto riferimento a Frank Marshall Davis chiamandolo semplicemente Frank, Obama si riferiva a Kellman come Kaufman, per oscurare la sua identità.
Jerry Kellman ha studiato organizzazione della comunità in una scuola gestita dall’infame organizzatore comunitario socialista Saul Alinsky e ha tratto molta ispirazione dal metodo Alinsky.
Alinsky, considerato il padre dell’organizzazione comunitaria, è famoso per il suo libro Rules for Radicals (Le regole per i radicali), il quale in modo scioccante è stato dedicato a Lucifero, che egli considera il «primo radicale» a ribellarsi contro l’istituzione e vincere il suo regno.
Sebbene Alinsky abbia dedicato la sua vita alla causa di redistribuzione del reddito e simpatizzava con gli attivisti marxisti, egli non ha mai aderito al Partito Comunista. In base al suo resoconto, lui era troppo indipendente per accettare una qualsiasi forma di assoluta verità, cristiana o comunista. Piuttosto credeva che un uomo di sinistra dovesse avere flessibilità morale per impegnarsi in un qualunque mezzo machiavellico allo scopo di raggiungere i suoi obiettivi.
Alinsky, a volte menzionato come il Lenin della sinistra postcomunista, ha criticato duramente il movimento di Nuova Sinistra degli anni ’60, per bruciare la bandiera, per gli slogan maoisti e lo stile hippie. Invece, lui raccomandava che gli studenti attivisti di estrema sinistra dovessero tagliarsi i capelli, indossare un abito maschile ed infiltrarsi nel sistema dall’interno. «Se il vero radicale trova che l’avere i capelli lunghi costituisce delle barriere psicologiche alla comunicazione e all’organizzazione, lui si deve tagliare i capelli,» egli scrive in Rules for Radicals. «In qualità di organizzatore, io comincio dal punto in cui si trova il mondo, così com’è, non come vorrei che fosse … Questo significa lavorare nel sistema.»
Forse la connessione di Kellman con la scuola di Alinsky è la ragione per cui Obama ha scelto di dargli un nome alternativo nel libro Dreams From My Father. Ciononostante, i suoi anni spesi lavorando per il progetto Comunità in Svilupo hanno introdotto Obama non solo alle tattiche di Alinsky di organizzazione comunitaria, ma anche a numerose altre personalità radicali di sinistra.
Il Nuovo Partito
Nella serata dell’11 gennaio 1996, Barack Obama aderì formalmente al Nuovo Partito. Formatosi in opposizione alla politica «centralista» del presidente Bill Clinton, questo partito era attivo a Chicago dal 1992 al 1998. Si proponeva di forzare ulteriormente il Partito Democratico verso la sinistra, attraverso un processo conosciuto come una fusione elettorale, dove lo stesso candidato può ricevere nomine da più di un partito politico.
La Casa Bianca ha cercato di negare questo fatto, sostenendo che «Barack è stato un membro di un solo partito politico, il Partito Democratico.» Comunque, questa affermazione non è una vera negazione, quel processo di fusione elettorale usato dal Nuovo Partito avrebbe permesso ad Obama di essere il candidato del Nuovo Partito e allo stesso tempo candidato del Partito Democratico.
In aggiunta, l’evidenza ottenuta dal giornalista Stanley Kurtz presso la Società Storica del Wisconsin, ora stabilisce che Obama aveva firmato un «contratto» promettendo appoggio pubblico e la propria associazione al Nuovo Partito, mentre svolgeva l’incarico di senatore dello Stato dell’Illinois. Il Nuovo Partito funzionava soprattuto da braccio elettorale dell’Association of Community Organizations for Reform Now (acorn) (Associazione di Organizzazioni Comunitarie per la Riforma di Ora) ed era profondamente influenzato dall’economia socialista di Frances Fox Piven.
Nata in Canada da genitori immigranti russi, Piven è cresciuta fino a diventare un membro del Partito Socialista Democratico d’America ed un economista sociale influente presso l’Università di Columbia a Chicago. Assieme al suo collaboratore di lunga durata e futuro marito, Richard Cloward, è l’autrice di un articolo pubblicato sulla rivista Nation nel 1966 intitolato «Il peso dei poveri: Una strategia per mettere fine alla povertà.»
Nell’articolo, Cloward e Piven auspicarono una strategia per sovraccaricare il sistema dell’assistenza sociale del governo statunitense allo scopo di implementare un reddito minimo costituzionalmente garantito a tutti i cittadini. In base a questa strategia, una volta che i governi locali andassero in bancarotta nel cercare di sostenere le domande della nuova assistenza sociale, essi sarebbero stati forzati a fare domanda ai piani di salvataggi federali. Quindi, sotto minaccia di disordini civili, il governo federale sarebbe stato forzato a fare una riforma del sistema fiscale in modo tale da facilitare la «ridistribuzione del reddito a titolo definitivo» (maggio 1966).
I critici di questa strategia l’hanno etichettato come politica economica marxista. Piven sembra non essere offesa da questa accusa. «Il nostro modello potrebbe essere il Manifesto,» lei ha detto in un discorso sui sindacati nel 2009. «Ma il Manifesto, il Manifesto Comunista, è in realtà troppo generale per le finalità che abbiamo, alle quali abbiamo il bisogno di applicare il lavoro strategico di oggi.»
Nei commenti fatti al Forum della Sinistra annuale del 2012, Piven ha descritto il movimento Occupare Wall Street: «C’è spazio per tutti noi. La sinistra religiosa, le persone che pensano che la pace sia la risposta, coloro che pensano che il cibo genuino sia quello di cui hanno bisogno, gli ecologisti e i democratici di vecchio stile, i democratici socialisti, i socialisti e i comunisti.»
Entrambi acorn e il Partito Nuovo di Chicago hanno utilizzato le classiche tattiche di Alinsky per far avanzare l’agenda di redistribuzione del reddito. Così, sebbene nessuna di queste organizzazioni abbracci la filosofia marxista-leninista completamente, entrambe hanno attratto il sostegno di qualche comunista. In un certo senso, esse erano persino più pericolose.
Nel 1995, il senatore dello Stato dell’Illinois Alice Palmer ha approvato Obama come suo successore preferito nella raccolta fondi svoltasi nel salotto di Bill Ayers e di sua moglie Bernardine Dohrn. Entrambi, Ayers e Dohrn, erano rivoluzionari radicali marxisti nell’era della guerra del Vietnam e fondatori del Weather Underground, la branca terroristica costituita dagli Studenti per una Società Democratica. Come Piven, anche loro pensavano che l’amministrazione Clinton fosse troppo di ala destra, e si proponevano di forzare «la ridistribuzione del reddito a titolo definitivo.»
Tale approccio di sinistra radicale nei confronti della politica economica ha incrementato il debito nazionale dell’America di 8 trilioni di dollari, durante i sette anni in cui l’amministrazione Obama è stata in carica. La nazione si trova sull’orlo di una crisi finanziaria. Alcuni sperano che la minaccia di questa crisi forzerà la gente ad essere d’accordo con la tassazione più alta sui ricchi e sulla classe media americana.
Il vero risultato, comunque, può essere solo disordine civile ed un collasso economico.
Una visione radicale del mondo
Durante e dopo la seconda guerra mondiale, il rinomato educatore e televangelista Herbert W. Armstrong proclamava dogmaticamente un avvertimento, riguardo al fatto che la filosofia comunista sarebbe uno strumento del diavolo per togliere all’America la più grande benedizione nazionale ed economica mai conferita ad un popolo. In modo specifico, egli ha predetto che il pensiero marxista avrebbe insidiato la forza dell’America, pervertito la sua moralità, sabotato il suo sistema educativo, avrebbe ridotto in rovine la sua struttura sociale, distrutto la sua vita spirituale, indebolito la sua potenza economica e demoralizzato le sue forze armate (articolo a p. 6).
Molti americani si grattano la testa in questi giorni nei confronti delle strane decisioni economiche e di politica estera che sono state prese dal Presidente. Alcuni pensano che queste decisioni possano essere a causa dell’ingenuità; altri temono un movente più diabolico. Una volta che capiamo le radici della sua educazione, tuttavia, le decisioni del Presidente iniziano ad avere più senso.
Il presidente Obama sta stendendo la sua mano per aiutare i tradizionali nemici dell’America come Iran e Cuba, poiché, così come Frank Marshall Davis, egli non crede che gli islamisti o i comunisti costituiscano la più grande minaccia alla pace del mondo. Egli crede che questa minaccia sia la «dominazione imperialista angloamericana.» Quindi, opponendosi a coloro che lui considera alleati dell’espansionismo americano, e sostenendo coloro che lui vede come compagni combattenti per la libertà contro la dominazione imperialista, egli inoltra il suo obbiettivo di rendere il mondo un posto giusto. Quale altra spiegazione c’è sul perché Obama sarebbe a favore di sommosse popolari contro i regimi pro americani in Egitto e in Libia mentre ignora sommosse popolari contro i regimi
antiamericani in Iran?
Lo scorso aprile, il dittatore comunista di Cuba, Raul Castro, in un discorso al settimo Vertice delle Americhe biasimava l’America per due secoli di aggressione imperiale. Tuttavia assolveva il presidente Obama di qualsiasi responsabilità per tali azioni passate. Castro ha fatto notare che Cuba avrebbe potuto agire in «solidarietà con altri popoli che potevano essere considerati terroristi» in passato, ma solamente se si guarda sotto il punto di vista dell’imperialismo. Piuttosto che contraddire Castro, Obama ha affermato che l’America è in debito verso il resto del mondo, promettendo che Washington non si sarebbe mai più immischiata negli affari dell’America Latina. Di nuovo, come Frank Marshall Davis, Obama sembra vedere la sofferenza di Cuba non come risultato del comunismo, ma come risultato del «dominio
imperialista angloamericano.»
Sul fronte nazionale, il presidente Obama ha neutralizzato le forze locali della polizia, consapevolmente rilasciando sulle strade americane migliaia di criminali condannati, inoltre ha concesso amnistia a milioni di immigranti illegali che inondano la nazione attraversando il confine meridionale. Tutto questo sembra un incubo in tema di sicurezza nazionale, ma per qualcuno come Frank Marshall Davis, o Bill Ayers, o Saul Alinsky, la polizia non è nient’altro che agenti di corporazioni capitaliste devote all’oppressione delle masse del proletariato.
Di conseguenza, la polizia e i cittadini rispettosi della legge, per rendere il mondo un posto più giusto, devono soffrire per causa di coloro che vivono nell’anarchia!
Gli americani oggi non vivono nella nazione dei nostri Padri Fondatori, o persino dei nostri padri. Le radici ideologiche dell’amministrazione attuale sono più radicali di quanto il pubblico è stato portato a credere, ed è un fatto sicuro che il diavolo userà questa situazione a suo vantaggio. La triste verità è che l’umanità dovrà sopportare un periodo d’intensa sofferenza a causa della sua cocciutaggine. Ma la verità meravigliosa è che questo periodo di sofferenza precede immediatamente il più grande evento nella storia.
I sistemi di governo ed economici di questo mondo – non solo il comunismo ma persino la democrazia e il capitalismo – non potranno mai portare un buon governo, prosperità ed uguaglianza. Tuttavia, al Secondo Ritorno di Gesù Cristo questo mondo sperimenterà una forma di governo che stabilirà tutte queste cose – un sistema che solo Egli può implementare! ▪