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«Non abbiamo un problema di spesa»
Sapete quale è il pericolo più grande che minaccia all’America? Durante la campagna elettorale, il presidente Obama ha detto che esso è il terrorismo internazionale. Il candidato repubblicano Mitt Romney invece ha avvertito che il pericolo è un Iran munito di armi nucleari. Altri esperti però urlano che si tratta del riscaldamento globale. Gli agenti della pattuglia di confine dicono che tale minaccia sono i cartelli messicani della droga. Forse è un attacco nucleare nordcoreano, oppure una rinascita militare della Russia o un attacco cibernetico cinese.
Tali minacce sono reali. Tuttavia c’è un pericolo molto più grande di tutto il suddetto messo insieme.
L’ammiraglio Mike Mullen, ex presidente dello Stato Maggiore Congiunto, crede di vedere la minaccia. Il pericolo più grande oggi in America, egli dice, è il nostro debito. «Dal punto di vista della sicurezza nazionale, è la combinazione brutale del passare del tempo e di nessuna soluzione in vista che intensifica la crisi e la minaccia» (enfasi aggiunta).
Mullen dice che, alla fine, il nostro debito ci lascerà indifesi.
Wolfgang Schäuble, ministro delle finanze tedesco, ha detto al suo Parlamento nel mese di gennaio che la situazione del debito dell’America si sta avvicinando a una crisi. «La Gran Bretagna ha un debito di stato superiore rispetto alla media della zona euro, e non voglio citare gli Stati Uniti d’America» ha detto. In precedenza, egli aveva detto al Bundestag che i debiti degli Stati Uniti sono un freno per l’economia globale, mettendo in discussione la volontà dell’America di occuparsene politicamente.
I nemici dell’America possono vedere la sua debolezza clamorosa. «Per quanto tempo può rimanere una potenza mondiale, un governo che ha un debito estero di 16 trilioni di dollari?» ha chiesto il presidente iraniano Mahmoud Ahmadinejad lo scorso ottobre.
Può chiunque essere in disaccordo? Come verrà condotto il problema del debito, può essere ciò che definirà i prossimi quattro anni.
L’unica cosa su cui Washington può acconsentire
Secondo il Dipartimento di commercio degli Stati Uniti, l’economia si è ridotta durante l’ultimo trimestre del 2012. È stata la prima contrazione del prodotto interno lordo dalla fine ufficiale della recessione nel 2009. La notizia ha provocato una forte scossa. L’America era presumibilmente sulla via del recupero.
Che cosa allora ha causato questa riduzione nell’economia? Gli analisti accusano i 40 miliardi di dollari tagliati alla spesa federale.
Se i 40 miliardi di dollari tagliati alla spesa massiccia di Washington hanno spinto l’economia nella recessione, in nessun modo i legislatori tollereranno un taglio di un trilione di dollari, vale a dire, ciò che il Paese ha bisogno per equilibrare il bilancio. Loro non trovano un accordo sulle cose su cui fare i tagli, e non hanno il coraggio di aumentare contemporaneamente le tasse e rischiare una contrazione anche peggiore.
Pochi giorni dopo il rapporto del PIL, come se fosse stato pianificato, il presidente Obama ha esortato il Congresso a ritardare le riduzioni delle spese automatiche ai programmi nazionali che sarebbero dovuti entrare in vigore a marzo. I repubblicani hanno segnalato che sarebbero stati disposti a farlo, se il Presidente rinviasse i tagli alla spesa militare. Sembra che l’unica cosa in cui Washington sia più o meno d’accordo è spendere enormi quantità di denaro.
I capi dell’America non hanno la volontà di equilibrare il bilancio.
L’America ha un debito da record: 16,7 trilioni di dollari. Entro il 2014, il debito si proietta ben oltre i 17 trilioni di dollari—ed esso non comprende le decine di migliaia di miliardi spesi in Medicaid, in Assistenza Sanitaria Statale, e nelle Prestazioni Previdenziali che i politici hanno promesso agli elettori. Incluse tutte le passività, il debito dell’America supera i 100 trilioni di dollari.
Nessuna nazione nella storia ha mai avuto un debito così gigantesco, per non parlare di pagarlo.
Che cosa è successo al signor Obama?
Barack Obama spesso si dichiarava contrario a questa minaccia finanziaria. Nel 2006, il signor Obama, allora senatore, strigliava i repubblicani per l’innalzamento del massimale del debito a 3,5 trilioni di dollari in cinque anni. «Il fatto che oggi siamo qui per dibattere sull’innalzamento del limite del debito dell’America è un segno del fallimento della leadership», ha detto. «È un segno che il governo degli Stati Uniti non può pagare i propri conti. È un segno che dipendiamo ora dall’assistenza finanziaria da paesi esteri per finanziare le politiche fiscali avventate del nostro governo».
«L’America ha un problema di debito e una mancanza di leadership», ha detto. «Gli americani meritano di meglio. Intendo pertanto oppormi allo sforzo per aumentare il limite di debito dell’America.»
Il senatore Obama aveva assolutamente ragione! La spesa dell’America è fuori controllo!
Ma che cosa è successo al presidente Obama? Da quando è stato eletto, ha avuto un completo cambiamento di mente!
Nel 2006, ha detto, «Se Washington fosse serio rispetto agli sgravi fiscali onesti in questo paese, noi vedremmo uno sforzo per ridurre il nostro debito nazionale, nel ritorno a politiche fiscali responsabili.»
Oggi, tuttavia, il debito e i deficit non importano più alla Casa Bianca. In quattro anni, il Presidente ha speso 6 trilioni di dollari che questo paese non ha. Egli non ha ancora presentato un bilancio in quasi quattro anni. Ha recentemente strigliato il Congresso per non aumentare il massimale del debito ancora con maggior rapidità. E alla televisione nazionale ha dichiarato che i suoi commenti del 2006 circa il pericolo del debito erano un errore!
Nel mese di gennaio, il presidente Obama ha fatto un’affermazione incredibile, assurda, quasi inconcepibile al capo repubblicano della Camera, John Boehner, durante i negoziati del limite massimo del debito: «Noi non abbiamo un problema di spesa».
Non abbiamo un problema di spesa? A livello federale, stiamo prendendo in prestito più di un dollaro su tre che spendiamo—e non abbiamo un problema di spesa? Abbiamo promesso ai futuri pensionati 100 trilioni di dollari circa in benefici—soldi che non abbiamo—e non abbiamo un problema di spesa? Abbiamo il debito più grande nella storia del mondo—e non abbiamo un problema di spesa?
Una Supernova—e il futuro buco nero
Bill Gross di PIMCO ha recentemente paragonato l’economia debito-dipendente dell’America a una supernova brillantemente ardente. Il debito di America, compresi i debiti personali, aziendali e pubblici, raggiungono un’astronomica cifra di 56 trilioni di dollari, dice. «È un mostro che richiede perennemente aumentate quantità di carburante, una stella supernova che si espande e si espande, tuttavia, in tale processo inizia a consumare se stessa. Ogni dollaro aggiuntivo di credito sembra generare meno calore.»
Negli anni ottanta, ci sono voluti quattro dollari di nuovo debito per generare un dollaro di crescita economica reale. Nell’ultimo decennio, è aumentato a 10 dollari. Oggi ci vogliono 20 dollari per produrre lo stesso risultato.
«In effetti, la magia iniziale della creazione del credito diventa … distruttiva e inizia a consumare i mercati del credito … come pure parti dell’economia reale che essa ha creato,» dice Gross. Il sistema sta «esaurendo l’energia e il tempo.»
Continuiamo a incrementare sempre più il debito, ma il rendimento del nostro dollaro è sempre minore. Alla fine l’intero sistema si trasformerà in un gigantesco buco nero.
Questo è il parere di Gross, il manager dell’impresa d’investimento obbligazionario più grande del mondo, che possiede un patrimonio superiore al trilione di dollari.
L’unica domanda, egli dice, è quanto tempo ci rimane.
Il tempo può essere più breve di ciò che molti pensano. In dicembre, la Federal Reserve ha annunciato un altro programma di emergenza per stimolare l’economia. La Fed creerà 45 miliardi di dollari al mese per comprare titoli del tesoro degli Stati Uniti. Questo si aggiunge ai più di 40 miliardi di dollari al mese che stava già creando fuori dal nulla per acquistare mutui e per puntellare artificialmente il mercato immobiliare. La misura più recente per la stampa di denaro è soprannominata QE4, e arriva dopo tre misure precedenti d’emergenza di stampa di denaro e una «operazione Twist.»
Questo nuovo annuncio significa che la Federal Reserve intende creare oltre un trilione di dollari durante quest’anno. Ciò è sufficiente a coprire le esigenze dell’intero indebitamento del governo degli Stati Uniti per tutto l’anno! E la Fed ha dichiarato che lo farà anche il prossimo anno, e l’anno dopo, fino a quando ci sarà un recupero oppure all’infinito, per tutto il tempo che sia necessario!
Gli stranieri diventano nervosi
La Fed dice che sta stampando i soldi per stimolare l’economia, ma quello è soltanto parte della ragione. Il motivo principale per cui sta stampando i soldi è finanziare i debiti dell’America; poiché le nazioni straniere stanno rifiutandosi di prestare denaro all’America!
Cina è il prestatore straniero più importante dell’America, ma durante il 2012, per la prima volta in più di un decennio, è diventata un venditore netto del debito americano. In realtà la situazione è peggiore di questo. La Cina non solo ha rifiutato di prestare all’America più soldi, essa ha rinnovato i suoi crediti esistenti, stabiliti a lungo termine, in crediti a breve termine. Ciò è un segno enorme che mostra la progressiva perdita di fiducia di quella nazione in America e nel valore del dollaro.
Pechino pensa che abbiamo un problema di spesa.
E la Cina non è l’unico paese preoccupato per la spesa americana incontrollata e per come ciò, potrebbe trascinare l’intero mondo in un buco nero del debito.
La Germania prende azione
Il 16 gennaio, la Bundesbank tedesca ha scosso il mondo finanziario chiedendo che l’America restituisse una grande parte delle riserve di oro tedesche conservate in suolo americano (si veda la finestra a pagina 2).
L’annuncio della Bundesbank è stato dato tre mesi dopo che la Federal Reserve si era rifiutata di condurre una verifica sull’oro della Germania immagazzinato in America. I capi tedeschi hanno perfino dovuto combattere per ottenere il permesso di vedere la parte dell’oro che gli è stato detto appartiene al loro paese.
Perché la Germania immagazzina dell’oro all’estero? La risposta a questa domanda ha ramificazioni profondamente inquietanti.
Carl-Ludwig Thiele, membro del comitato esecutivo della Bundesbank, ha detto che era a causa dell’importanza storica del dollaro come valuta di riserva del mondo.
«L’oro conservato nella cassaforte domestica non è immediatamente disponibile come garanzia in caso di bisogno di valuta straniera,» ha detto Thiele. «Prendete, per esempio, il ruolo chiave che il dollaro americano gioca come valuta di riserva del sistema finanziario globale. L’oro immagazzinato nei depositi della Fed di New York può, in una crisi, essere assegnato alla Banca Centrale Federale come garanzia [per il dollaro].»
Ora che Berlino ha iniziato a portare la sua casa d’oro, significa che la Germania non vede più la necessità di avere accesso a dei dollari extra?
O esso indica qualcosa di peggio?
Sbalordente diminuzione di fiducia.
Secondo la Bundesbank, la Federal Reserve inizierà con la restituzione di 330 tonnellate d’oro della Germania—ma ci vorranno sette anni! È un tempo incredibilmente lungo per restituire ciò che è essenzialmente solo un mucchio di mattoni e, in primo luogo, nemmeno ci appartengono. Perché tale ritardo? L’America ha realmente ancora quell’oro? Sicuramente la Germania deve sospettare che non l’abbiamo.
Il veterano commerciante d’oro Jim Sinclair ha detto che l’annuncio della Bundesbank era un avviso per gli investitori, che essi dovessero riprendere possesso del proprio oro—poiché in un’atmosfera di vertiginosa crescita del debito e di rallentamento delle economie, il rischio della controparte aumenta: «Questo invia un messaggio circa l’importanza di conservare l’oro vicino a se stessi e di prenderlo indietro senza importare di chi ce l’ha.»
Secondo Sinclair, l’annuncio ha segnalato una diminuzione incredibile di fiducia tra la Germania e l’America. «Quando la Francia ha fatto lo stesso anni fa, ha inviato onde di panico tra la leadership finanziaria degli Stati Uniti» ha detto.
Sinclair si riferisce al famoso fallimento del sistema monetario di Bretton Woods nel 1971. Per ordine del presidente Nixon, l’America non adempì i suoi obblighi rispetto all’oro. Da allora in poi, America ha utilizzato solo carta moneta per pagare i propri debiti. Le nazioni straniere, guidate dalla Francia, fecero resistenza all’idea, ma hanno perso la battaglia. L’America aveva abbandonato la parità aurea per decretare l’attuale sistema di valuta galleggiante.
L’America infine ha stampato troppi dollari dal nulla? La Germania ha finalmente avuto abbastanza degli imbrogli monetari dell’America?
Pensate a quest’affermazione fatta da Sinclair: «La storia guarderà indietro a questo sparo a salve, come l’inizio della fine del dollaro americano come valuta di riserva di scelta.»
La fine di quello status per il dollaro sarà un colpo mortale per l’economia americana.
Una moderna corsa all’oro
Secondo la Phoenix Capital Research, la Germania ha recentemente intimidito la Federal Reserve con un avviso importante. Il motivo per cui la Germania è passata da volere soltanto controllare le sue riserve auree a effettivamente rimuoverle dalla cura della Fed e invertire una politica in atto da oltre 30 anni, è che non si fida più della Fed.
«La Germania ora apertamente dice alla Fed che non può più fare i giochi. Questo avrà conseguenze gravi nel sistema finanziario» (Phoenix Capital Research, 16 gennaio).
Ora certe fazioni nei Paesi Bassi, Austria e Azerbaijan stanno spingendo i governi a prendere anche loro indietro le riserve auree.
Comincia ad assomigliare ad un’attuale corsa all’oro delle banche centrali.
Per la prima volta in molti anni, nel 2010 le banche centrali si sono trasformate in acquirenti netti di oro. Da allora, l’acquisto di oro da parte delle banche si è accelerato. Quest’anno, le banche centrali acquisteranno uno stimato di 550 tonnellate d’oro—superando le 85 tonnellate che acquistarono nel 2010. Nel 2012, Ecuador ha chiesto alle sue banche di rimpatriare un terzo del suo oro conservato all’estero. Forbes ha riferito che la Cina ha importato 76 tonnellate attraverso il suo nuovo centro dell’oro in Hong Kong—cioè 22 per cento in più rispetto all’anno precedente. Nel mese di novembre, la banca della Corea ha annunciato che aveva aumentato il suo rifornimento d’oro del 20 per cento. Sempre nel mese di novembre, è stato riferito che la Banca Centrale del Brasile ne aveva acquistato 19 tonnellate.
L’ultima volta che la Cina ha indicato il suo patrimonio in oro nel 2009, ha mostrato un aumento da 500 a 1161 tonnellate. Alcuni analisti credono che gli averi in oro della Cina, da allora siano probabilmente stati raddoppiati o triplicati—forse superano le scorte della Germania.
Perché questa corsa a lasciare il dollaro per l’oro? Pensate che non abbia nulla a che fare con un problema di spesa?
Mentre l’americano medio potrebbe ancora pensare che il debito del governo degli Stati Uniti, e implicitamente il dollaro, siano ancora solidi investimenti, le mosse forti della Germania e della Cina mostrano che i governi stranieri non stanno comprando più la propaganda. Invece, comprano oro.
Acquistano oro perché essi non si fidano dell’America. Il problema di spesa dell’America sta distruggendo il dollaro e la credibilità della Banca Centrale.
Come ha riassunto il presidente Ahmadinejad: «Gli americani hanno iniettato la loro ricchezza di carta nell’economia mondiale, e oggi sono afflitti dai postumi e dagli effetti negativi della loro pseudo-ricchezza.»
La più grande minaccia per l’America
L’opinione di Ahmadinejad è stranamente in linea con l’ex presidente degli Stati Uniti, Bill Clinton. Nel 2012 durante la Convenzione Nazionale Democratica ha detto che l’America non poteva più rimandare il problema del debito. «Gli dobbiamo fare fronte, o subire le conseguenze.»
L’America però non si occupa dei suoi problemi di spese—perché come ha manifestato il presidente Obama nel 2006—ci manca la volontà e il carattere per farlo. Ci rifiutiamo di cambiare. Invece, l’America sta cercando di uscire dalla sua dipendenza spesa-deficit con l’inganno, stampando moneta e sperando che tutto funzionerà.
Ma non sarà così.
Allora, in che cosa consiste la minaccia singola e più grande a cui è esposta l’America? La minaccia siamo noi stessi! Il nostro debito è fluttuante. La nostra economia si sta restringendo. Il dollaro è in pericolo di una svalutazione massiccia. Il mondo lo vede e apertamente si sta preparando per la fine del dollaro come valuta di riserva. La fiducia in America è al livello più basso di ogni tempo. La credibilità della nostra banca centrale viene distrutta. Lo stile di vita dell’America è in grave rischio e pericolo.
E tutto questo è così perché, per dirla con leggerezza, abbiamo sì un problema di spesa. ▪