Gary Dorning/The Trumpet
Churchill riguardo a Mosè
Winston Churchill è stato uno degli statisti più grandi del 20° secolo. Il suo discernimento acuto sul nazismo ha salvato il mondo occidentale dal rendersi servi dai sicari. Persino quando i capi principali in Inghilterra e in America si rifiutarono di ascoltare i suoi primi avvertimenti sul Terzo Reich di Hitler e i suoi piani maniacali per la dominazione del mondo, Churchill ha resistito l’ondata di opposizione, ottenendo l’appoggio necessario per smorzare l’incubo di una sofferenza sicura a livello mondiale e della schiavitù umana. Questo è un fatto storico.
Quando ho visto il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu fare il suo discorso breve ma appassionato di fronte al Congresso degli Stati Uniti il 3 marzo, non o potuto fare altro che pensare a Churchill. Lo stesso è successo ad altri. Steve Forbes ha chiamato il primo ministro Netanyahu «il Churchill dei nostri tempi.» Charles Krauthammer ha definito il suo discorso «l’avvertimento churchilliano di Netanyahu.» Riusciamo a vedere che il signor Netanyahu sta camminando nelle scarpe di Churchill? Egli sta di fronte ad una crisi sconvolgente: la distruzione nucleare della sua nazione e della sua gente per mano di delinquenti iraniani che non ritratteranno mai i loro piani di cancellare Israele dalla mappa del mondo.
Come Churchill quando si trovò davanti alla minaccia nazista nel 1930, Netanyahu è in grado di vedere che una volta che l’Iran otterrà la bomba, la distruzione di Israele non solo è sicura, ma anche l’innesco della terza guerra mondiale. La sopravvivenza di ogni uomo, donna e bambino sul pianeta è sotto minaccia. La tragica storia degli anni 30 si ripete. In America e nella Gran Bretagna i capi principali rifiutano di ascoltare le sue parole e parlano in tono derisorio, non vogliono sentire le suppliche di Netanyahu di fare un accordo diverso con l’Iran. Inoltre con le bombe nucleari sul tavolo, questo mondo forse non potrà mai avere l’opportunità di ripetere la storia dei primi anni 40.
Gli orrori della storia
Alla fine del suo discorso, il signor Netanyahu mostrando una speranza appassionata ha detto: «Voi sostenete Israele perché sapete che la storia di Israele non è solamente la storia del popolo giudaico ma dello spirito umano che si rifiuta ripetutamente di soccombere agli orrori della storia.
«Proprio di fronte a me, lassù nella galleria, dominando dall’alto in questa camera augusta, c’è l’immagine di Mosè. Mosè guidò la nostra gente dalla schiavitù alle porte della Terra Promessa. Prima che il popolo di Israele entrasse nella terra di Israele, Mosè ci diede un messaggio che è rimasto coraggiosamente con noi per migliaia di anni. Oggi vi lascio con il suo messaggio [parlando in ebraico]: ‘Sii forte e risoluto, non avere né paura né timore di loro’.»
Nello stesso momento in cui il signor Netanyahu stava completando i suoi pensieri finali – inclusi quelli riguardo a Mosè – la videocamera mostrava un rilievo di Mosè appeso al muro della Camera del Senato del Congresso degli Stati Uniti. Non avendo mai fatto un giro turistico in quella stanza quando ho visitato Washington D.C., sono stato colto di sorpresa nell’apprendere dell’esistenza del ritratto. Siccome io avevo appena cominciato a lavorare a una serie di articoli sulla vita di Mosè per la nostra rivista Royal Vision, vedere il ritratto ha aggiunto un momento drammatico al discorso. Tuttavia mi sono chiesto, perché c’è un ritratto di Mosè nel Congresso degli Stati Uniti? Poi ho scoperto che c’è una buona ragione.
Qualche tempo dopo, mi è stato riferito da uno dei miei generi che Winston Churchill scrisse un saggio su Mosè intitolato «Mosè: il capo di un popolo.» Questo saggio è stato pubblicato sul Sunday Chronicle l’8 novembre 1931, sotto il titolo «Le grandi storie della Bibbia raccontate dai migliori scrittori del mondo.»
È interessante notare che Churchill scrisse questo saggio quando era vicino all’inizio del periodo infelice della sua vita, quello che il suo biografo Martin Gilbert ha coniato come «gli anni tempestosi.» Nel decennio fra il 1929 e il 1939, il signor Churchill svanì dal potere politico e cadde in disgrazia con i suoi compatrioti persino nel suo tentativo di spronarli a fronteggiare la minaccia del nazismo. Naturalmente, egli è stato riportato al potere e alla grazia, poi ha condotto l’Occidente da una schiavitù certa alla gloriosa vittoria della seconda guerra mondiale.
È stata la conoscenza che Churchill aveva di Mosè che gli aveva dato l’inspirazione e la motivazione a ritornare e lottare per salvare il suo paese e la sua gente? Certamente, il discorso di Benjamin Netanyahu è una prova che egli sta radunando forza dalla storia di Mosè.
Che cosa si può dire invece di me e di voi? C’è lì un filo educativo importante con il quale noi possiamo collegare Churchill, Netanyahu e Mosè? Questo mondo ha bisogno di uomini più razionali, più franchi, uomini come loro. Senza un Churchill, un Netanyahu o un Mosè, noi soccomberemo agli orrori della storia che ora sono davanti alle nostre porte.
Churchill riguardo a Mosè
Coloro che conoscono bene la vita di Winston Churchill riconoscono che lui era uno studente della storia – un vero credente. «Tuttavia, noi rifiutiamo con disdegno tutti quei miti imparati e discussi su Mosè, secondo i quali lui era una figura leggendaria e ad essa il clero e la gente appoggiavano le loro essenziali ordinanze sociali, morali e religiose,» ha scritto Churchill. Gli studiosi ipocriti della Bibbia e gli intellettuali insinceri non riuscirono a fargli credere che Mosè fosse una figura mitica.
Così continua il saggio di Churchill: «Noi crediamo che il punto di vista più scientifico, che la concezione più aggiornata e razionalistica, troverà la sua più piena realizzazione prendendo le storie della Bibbia letteralmente e, identificando uno dei più grandi esseri umani nel balzo più decisivo mai distinguibile nella storia umana.» Lo statista più grande dell’Occidente credeva, senza dubbi, che Mosè è vissuto e portò a termine esattamente ciò che la Bibbia dichiara.
Churchill guardava alla Bibbia come storia accurata. «Possiamo essere sicuri che tutte queste cose accaddero proprio come dichiarano le Sacre Scritture,» egli affermava. «Possiamo credere che accaddero a persone non troppo diverse da noi, e che le impressioni che quelle persone ricevettero sarebbero state registrate fedelmente e trasmesse attraverso i secoli con molta più accuratezza di molti dei resoconti telegrafati dai quali leggiamo l’accadere di oggigiorno.»
La fede di Churchill nella storia della Bibbia ha reso la storia e l’opera di Mosè pertinente alla sua esperienza. Per Churchill, la vita di Mosè era quella di uno statista che lottava con gli stessi problemi comuni all’umanità di ogni età. La storia antica era diventata viva per lui e indicava la via di uscita da una crisi.
Winston Churchill credeva che la Bibbia fosse più accurata delle notizie giornalistiche, dei discorsi politici e delle comunicazioni scritte dal governo dei suoi giorni. Qui c’è la comprensione profonda di un capo di governo con esperienza. Molti capi di governo e persino i mezzi di comunicazione sanno che il pubblico americano è sviato su molte cose – incluso sull’accordo con l’Iran. Per usare le parole di Churchill, ci sono delle «cose» abominevoli che accadono nel nostro governo e nella nostra nazione. Tuttavia pochi le faranno fronte coraggiosamente per dire qualcosa al riguardo.
Il pensiero di Churchill sulla Bibbia e su Mosè desta ispirazione ed è rinfrescante. Mentre molti oggi deridono al suo modo di pensare, immaginate come sarebbe il nostro mondo se i capi di oggi pensassero di più come Churchill. Cosa ne sarebbe se i capi studiassero la vita di Mosè e lo lasciassero spiegare la loro situazione? Che cosa accadrebbe se altri capi imitassero Mosè e Churchill? Benjamin Netanyahu non sarebbe da solo nel tentativo di fermare la terza guerra mondiale.
Mosè: il grande liberatore
Churchill vedeva Mosè come un capo del popolo affrontando i «tempi cupi.» Churchill ha avuto la sua parte di tempi bui. Netanyahu e il piccolo Stato di Israele – discesi dal biblico Giuda – stanno avendo la loro. I tempi cupi richiedono una grande capacità di comandare.
«[Le] parole di chiusura del libro di Deuteronomio sono una espressione appropriata della stima che accompagnava il grande capo e liberatore del popolo degli Ebrei durante le generazioni che lo susseguirono,» ha scritto Churchill, condividendo lui stesso la stima degli ebrei per Mosè (Deuteronomio 34:10-12). «Egli era il più grande dei profeti, che parlò di persona al Dio di Israele; era l’eroe nazionale che condusse il popolo scelto fuori dalla schiavitù, attraverso i pericoli del deserto e li portò fino alla soglia della Terra Promessa....»
Molti conoscono il racconto della storia di Mosè dal libro di Esodo – persino i ragazzi giovani la sanno raccontare. Inizia quando erano passati i giorni nei quali Giuseppe, il figlio primogenito di Giacobbe e Rachele, governava l’Egitto. Un nuovo re, con il titolo di faraone, era arrivato al potere. Questo capo dispotico non considerò più gli Israeliti e le loro famiglie in continua espansione come ospiti dell’Egitto. Egli prese un violento controllo degli Ebrei. Sfruttò oppressivamente i loro talenti inerenti per massimizzare la produttività agricola, per disegnare e costruire un’architettura artistica imponente e per stabilire un’alta cultura nella danza e nella musica. Il faraone li rese schiavi della sua volontà egoistica, centrata su se stesso.
Il faraone fece lavorare i figli di Giacobbe fino a ridurli a pelle e ossa. Tuttavia più lavoravano duro, più il loro numero aumentava. Egli percepì il problema principale: gli Israeliti erano arrivati a oltrepassare il numero della popolazione egiziana nativa. Un’ondata di sentimenti ostili nei confronti degli Israeliti si propagava fra la popolazione egiziana e il suo governo. Il faraone istituì quindi una politica governativa che forzava un sadistico controllo delle nascite sulle famiglie israelite: egli richiese che le ostetriche uccidessero i bimbi maschi appena nati (Esodo 1:16). Quando quel piano non funzionò, passò alla prossima fase nefanda in cui si domandava legalmente l’esecuzione dei bambini maschi israeliti – facendoli affogare nel fiume.
Quando nacque Mosè, i suoi sventurati genitori oppressi e stanchi dal lavoro, videro che lui era un bimbo speciale. Loro ignorarono la legge del faraone e lo tennero nascosto per tre mesi. Quando non poterono più proteggerlo dall’esecuzione, idearono un piano. Fecero galleggiare il bebè in una piccola barca nelle prossimità della figlia del faraone che non aveva figli. La principessa egiziana lo prese con sé e ottenne un’esenzione legale per questo bebè maschio ebreo. Mosè dunque fu condotto nella residenza governativa e allevato come principe d’Egitto.
La storia della Bibbia si riapre quando Mosè era cresciuto e diventato un uomo maturo dell’età di quaranta anni. Egli sapeva di non essere Egiziano ma Ebreo. Il suo cuore e la sua coscienza si volsero verso la situazione penosa della sua gente. Nel vedere che uno dei suoi compatrioti veniva picchiato a morte, egli difese e vendicò lo schiavo uccidendo il sorvegliante egiziano. Una volta che l’atto di Mosè venne alla luce fra gli Israeliti e gli Egiziani, egli lasciò l’Egitto per scappare dall’esecuzione. Mosè visse la vita di un semplice pastore. Passarono altri 40 anni. Tutti quegli Egiziani che desideravano intensamente di togliere la vita a Mosè morirono.
Allora il Dio di Israele rimandò Mosè in Egitto per liberare i discendenti di Abrahamo dal tormento della schiavitù d’Egitto. Attraverso una serie di piaghe miracolose sponsorizzate da Dio, l’economia e l’agricoltura egiziane furono decimate, Dio si assicurò che il faraone finalmente «lasciasse andare il popolo.» Tuttavia, quando il faraone capì che egli aveva appena rilasciato una delle più grandi forze di lavoro al mondo, decise di lottare per riaverli indietro. A quel punto, con uno straordinario miracolo presso il Mar Rosso, Dio decimò il faraone e la sua armata, allora Mosè e gli Israeliti furono liberi. Per i prossimi 40 anni, Dio si servì di Mosè per tenere uniti gli Israeliti, spesso indisciplinati, sotto una Sua nazione.
Questa è la versione corta. La versione lunga della storia di Mosè – narrata negli ultimi quattro libri del Pentateuco (Esodo, Levitico, Numeri e Deuteronomio) – è il migliore libro di testo di statisti.
Mosè: il legislatore
Molti studiosi e molta gente pensano che Mosè fosse un giudeo e che lui fosse solamente il loro capo. Ma Mosè non era giudeo. Un giudeo è un membro della tribù di Giuda. Giuda era il quarto figlio di Giacobbe e di Lea. Mosè era un discendente della tribù di Levi, il terzo figlio di Giacobbe e Lea. Mosè dovrebbe essere conosciuto come un levita. Come discendente di Levi, egli in realtà era un membro della tribù dei sacerdoti di Israele.
Leggendo il saggio di Churchill riguardo a Mosè, è chiaro che lui aveva una comprensione profonda di questo grande uomo. «[Mosè] era il supremo legislatore, che ricevette da Dio quel codice notevole sul quale la vita religiosa, morale e sociale della nazione era fondata in modo sicuro,» affermava il signor Churchill. Per Churchill, la vita di Mosè non era roba dei cartoni animati o di un film scarsamente diretto e con un pessimo copione. Egli aveva completamente capito che Dio si era servito di Mosè per stabilire un codice di legge e una forma di governo che permise alla nazione ebraica di prosperare e di diventare grande. Dalla vita di Mosè, Churchill aveva imparato che nessuna nazione potrebbe vivere al sicuro senza un alto standard di moralità basato su una legge spirituale, su una vita sociale benevola, ed un governo civile che serve la sua gente.
In seguito nel suo saggio, Churchill spiega chiaramente le lezioni universali della lunga vita di Mosè. Nel discutere l’accampamento di Israele nei pressi del Monte Sinai, lui affermava: «Qui Mosè ricevette da [Dio] le tavole di quelle leggi fondamentali che verrebbero applicate da allora in avanti, con intervalli occasionali, dalle forme più elevate della società umana.» Riferendosi in modo specifico ai Dieci Comandamenti, Churchill voleva che i suoi lettori vedessero Mosè come un capo per tutte le persone della Terra. Persino oltre, il signor Churchill voleva che gli abitanti del mondo riconoscessero che la legge data da Dio a Mosè era intesa ad essere una legge obbedita da tutte le genti. Noi vediamo l’infinita saggezza che ci è stata data da Winston Churchill? Questo mondo ha un bisogno disperato di questa saggezza!
Dopo il discorso di Benjamin Netanyahu, ho fatto delle ricerche sul perché è stato appeso un ritratto di Mosè sul muro del Senato del Congresso. Ho scoperto che la placca è stata disegnata dall’artista Jean de Marco ed è stata montata sul muro nel 1950. Come mai?
«I 23 ritratti di rilievo su marmo appesi sulle porte della galleria della camera del Senato presso il Congresso degli Stati Uniti, rappresentano figure storiche famose per la loro opera nello stabilire i principi che sono alla base della legge americana,» afferma il sito web Architect of the Capitol (aoc.gov; enfasi aggiunta). Sulla placca c’è scritto questo: «Mosè (c.1350-1250 a.C.) profeta ebreo e legislatore, trasformò un popolo errante in una nazione; ricevette i Dieci Comandamenti.» A mio parere questa informazione è davvero eccezionale ma ugualmente agghiacciante.
La restaurazione della sicurezza alle nazioni
Sessanta cinque anni fa, i capi del governo americano hanno creduto che la base istituzionale della legge americana – la Costituzione – era l’opera di Mosè. A quanto pare negli ultimi anni questo fatto è diventato controverso, ma i Padri Fondatori dell’America basarono largamente la Costituzione sui Dieci Comandamenti. La nostra nazione è stata molto benedetta nell’avere questa legge – in questo senso, simile ai giorni di Mosè. Ma quanti dei capi principali di oggi in America credono a questo o ne hanno persino premura?
«La Costituzione è il fondamento della nostra repubblica. I Dieci Comandamenti sono, in molti modi, il fondamento della Costituzione,» scrive Gerald Flurry nel suo libretto No Freedom Without Law (Non esiste la libertà senza una legge). «I nostri antenati credevano che se non avessimo osservato i Dieci Comandamenti di Dio, la nostra repubblica sarebbe collassata!» (Questo potente libretto gratuito è disponibile in inglese e in altre lingue.)
Molti americani oggi sono confusi sull’importanza della legge. I nostri capi al vertice vogliono cambiare le nostre leggi, inclusa la nostra legge costituzionale. «La Costituzione è stata alterata drammaticamente. Essa è il fondamento della nostra repubblica! Noi ci troviamo in un terremoto costituzionale e molta della nostra gente neanche lo sa – non ancora. Il vostro futuro è stato cambiato e voi, spesso, non avete nessuna possibilità di cambiare le decisioni,» ha scritto il signor Flurry. «Questo processo ci guiderà senza dubbio all’anarchia! Per questa ragione voi ed io dovremmo essere profondamente preoccupati.» Tuttavia pochi sembrano essere in grado di fare una connessione fra una tendenza mondiale sempre maggiore all’inosservanza della legge e l’aumento del caos, della violenza e della tirannia!
C’è qualche speranza per questo mondo? Sì! C’è una grande e bella notizia – direttamente dalla bocca di Mosè.
In Deuteronomio 33:1-3 sono scritte le parole finali di questo grande uomo: «Or questa è la benedizione con la quale Mosè, uomo di Dio, benedisse i figliuoli d’Israele, prima di morire. L’Eterno è venuto dal Sinai, e s’è levato su loro da Seir: ha fatto splendere la sua luce dal monte di Paran, è giunto dal mezzo delle sante miriadi [dieci migliaia]; dalla sua destra usciva per essi il fuoco della legge. Certo, l’Eterno ama i popoli; ma i suoi santi son tutti agli ordini suoi. Ed essi si tennero ai tuoi piedi, e raccolsero le tue parole.» Queste parole sono una profezia drammatica riguardo all’imminente ritorno di Gesù Cristo.
Il futuro immediato del mondo sembra deprimente, tuttavia in un tempo proprio breve, Gesù Cristo e i Suoi santi risuscitati annunceranno una nuova era di pace, di sicurezza e di libertà ai popoli di questo mondo. Il Regno di Cristo, che è il governo amorevole di Dio, non finirà mai perché quel governo sarà basato unicamente sul «fuoco della legge» di Dio. Oh, che tempi di successo individuale e nazionale saranno quelli! ▪