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Calandosi nelle orme dell’America

AXEL SCHMIDT/AFP/Getty Images

Calandosi nelle orme dell’America

La Germania: un paese con una politica estera da adulti.

Aottobre, la Gran Bretagna se n’è andata senza farsi notare e in modo ignominioso fuori dall’Afghanistan. Anche gli Stati Uniti hanno un desiderio affannoso di venirne fuori. «Alla fine dei conti, è tempo di voltare pagina su più di un decennio in cui, tanta della nostra politica estera è stata focalizzata sulla guerra in Afghanistan e in Iraq,» ha detto il presidente Barack Obama nel maggio 2014, rimanendo fedele alla sua autoimposta scadenza del ritiro nel 2016.

Ma c’è un paese che non ha fretta di andare via: la Germania.

La cancelliera tedesca Angela Merkel vuole che l’America estenda la missione nato oltre il 2016, riportava la rivista Spiegel il 12 ottobre, citando fonti anonime. La cancelliera Merkel apparentemente ha detto a una commissione parlamentare che lei dubita del fatto che le forze di sicurezza locali saranno competenti alla scadenza del termine in cui l’esercito tedesco dovrà andare via.

Nel frattempo, la Germania sta investigando la possibilità di mandare soldati in Iraq. Il Partito dei Verdi – uno dei gruppi politici più pacifisti della nazione – ha fatto appello per la presenza di truppe tedesche sul suolo della Siria come parte di una missione delle Nazioni Unite.

La politica estera americana sta diventando sempre più disastrosa. Nel frattempo, la Germania sta diventando più assertiva. Mentre l’America si ritira dal mondo, la Germania sta cominciando a riempire le impronte che loro si sono lasciati indietro.

Mantenendo l’ordine pubblico nel Medio Oriente

I politici inglesi possono tentare di convincere il pubblico che il lavoro in Afghanistan è stato ben fatto, non è così però con i politici della Germania. Il meglio di quello che il ministro degli esteri tedesco Frank-Walter Steinmeier abbia osato dire in un articolo di un giornale nel 2014 era che, rispetto a Iraq e alla Siria, «i risultati in Afghanistan sono abbastanza rispettabili» (Frankfurter Allgemeine Sonntagszeitung).

Ma Steinmeier non solo ha denunciato la missione con degli elogi vaghi. Egli implicitamente ha fatto anche una campagna per estenderla. Egli avvertiva contro il fatto di «andare via dal paese avventatamente, come fecero gli americani nel 1975 nel Vietnam» – e come sono stati inclini a fare da quel momento in poi.

Con in ritiro delle forze della Gran Bretagna, la Germania potrebbe diventare la seconda forza estera più grande in Afghanistan. Lì le forze tedesche hanno fatto una lunga strada durante i 13 anni di guerra. Berlino aveva iniziato la missione come socio pignolo degli Stati Uniti, intraprendendo solo certe missioni e facendo appello al suo pubblico riluttante e alla sua costituzione pacifista. Eppure ora la Germania è l’alleato sul quale l’America fa più affidamento – il meno probabile ad andarsene e a scappare. Infatti, i tedeschi sembrano più degni di fiducia di quanto lo sono gli americani stessi. Non sarebbe inconcepibile per la Germania rimanere persino dopo che l’America aggiunga l’Afghanistan alla lista dei paesi che si è lasciata indietro nel caos.

Nel frattempo, la Germania ha mandato una squadra ad Irbil nel Kurdistan per decidere se la Bundeswehr dovesse dispiegare le truppe per l’addestramento dei curdi. La Germania si è già unita all’America, all’Inghilterra, alla Francia e ad altre nazioni occidentali nell’armare i curdi, inoltre ha fatto portare alcuni curdi per l’addestramento in Germania. Berlino ha dispiegato una manciata di soldati in Iraq per addestrare i curdi e adesso sta considerando uno spiegamento più sostanzioso. Steinmeier ha detto di aver ricevuto i «segnali» da altre nazioni dell’Unione Europea che potrebbero essere interessate a unirsi a tale sforzo.

La Germania sta considerando di andare oltre il Kurdistan nell’addestramento anche dei combattenti sunniti in Iraq. Il 31 ottobre, la cancelliera Merkel ha detto: «Se ci venisse chiesto, noi considereremmo l’addestramento dei soldati sunniti, non solo dei curdi.» Merkel ha detto che i sunniti sono stati «trattati male» dal governo precedente di dominanza sciita a Bagdad, una oppressione che ha dato ai terroristi dello Stato Islamico dei forti seguaci fra i sunniti.

Complessivamente, la politica estera tedesca sembra maturare velocemente. Per esempio, la Germania vuole confrontare lo Stato Islamico e portare ordine al caos in Iraq – ma non vuole fare in modo che l’intera regione sia consegnata all’Iran. Perciò la Merkel suggerisce che la Germania lavori con i sunniti, gli avversari di Iran. La mente imprevidente dell’America comporta che di solito si focalizzi solo sulla crisi immediata. Qui la Germania sta pensando al futuro.

Confrontare lo Stato Islamico ha il supporto di tutto lo spettro della politica tedesca. Persino il Partito dei Verdi, che di solito viene contato per fare opposizione contro ogni uso dell’esercito tedesco, è ora a favore della missione, date le giuste condizioni. «[Lo Stato Islamico] può essere battuto solo a livello militare,» ha detto il parlamentare dei Verdi Katrin Göring-Eckardt al Süddeutsche Zeitung il 13 ottobre. La Germania «deve essere preparata a dispiegare la Bundeswehr in una operazione,» ha dichiarato. Lei è stata chiara sul fatto che voleva un mandato delle Nazioni Unite per una missione – tuttavia, per il Partito dei Verdi questo marcava una rara chiamata alle armi.

Steinmeier ha escluso un qualsiasi dispiegamento delle truppe tedesche in Siria. Ma le truppe a terra non sono l’unica opzione. Il gruppo di esperti Stiftung Wissenschaft und Politik (swp), che consiglia il Parlamento tedesco, ha richiesto una zona di interdizione aerea.

Una misura saggia

Naturalmente, una politica estera matura non significa mandare le armi ad ogni segno di disordine. Quando si tratta di trattenere i suoi militari, la Germania si è dimostrata più saggia della Gran Bretagna e dell’America.

Nel 2011 la Gran Bretagna, la Francia e l’America hanno condotto un intervento militare in Libia, imponendo una zona di divieto aereo e dispiegando forze speciali su terra. La Germania, in contrasto, si rifiutava di essere coinvolta. In molti circoli dell’attuale governo tedesco, questo è stato visto come uno sbaglio. Immediatamente dopo l’attacco, gli alleati tedeschi della nato l’hanno etichettata «un socio inaffidabile,» l’America e la Francia dunque hanno perso la fiducia in Berlino.

Tuttavia, la fiducia persa è stata ora riguadagnata. Guardate ai risultati disastrosi dell’intervento in Libia. Muammar Gheddafi era un dittatore brutale, ma almeno si oppose all’integralismo islamico. La sua caduta ha convertito tutto il Nord Africa in un nuovo terreno di battaglia nella guerra contro il terrore. Il terrorismo si è esteso in Algeria. L’Occidente ha dovuto intromettersi per prevenire che il Mali fosse completamente dominato. Gli islamisti radicali hanno ottenuto il controllo di alcune armi avanzate di Gheddafi. La Libia sta ancora soffrendo sotto la guerra civile – un terreno letale che non appartiene a nessuno ed un parco giochi per i terroristi.

L’intera regione starebbe molto meglio se l’Occidente avesse seguito la Germania invece che l’America.

Spinto al limite

A gennaio del 2014, alti dirigenti della Germania hanno annunciato una nuova direzione nella politica estera della nazione. «[N]oi tedeschi stiamo avanzando verso una forma di responsabilità che non è ancora diventata una routine per noi,» ha detto il presidente tedesco Joachim Gauck alla Conferenza sulla Sicurezza a Monaco. «È la mia opinione che la Germania dovrebbe avere una contribuzione più sostanziale e dovrebbe farla al più presto, più decisamente, se vuole essere un buon partner.»

La ministra della difesa tedesca Ursula von der Leyen e il ministro degli esteri Steinmeier hanno fatto delle simili affermazioni. Era una chiamata all’azione, e persino una chiamata alle armi, da coloro che prendono le decisioni nel governo tedesco.

Il cambiamento nella politica estera tedesca non è avvenuto immediatamente. Non era così semplice come premere l’interruttore della politica estera tedesca da «spento» ad «accesso.» Ma quasi un anno dopo, c’è una netta differenza nel carattere militare tedesco.

Berlino attualmente ha dispiegato la Bundeswehr in 16 missioni estere. Più recentemente, la Germania si è messa d’accordo nello spiegamento di 100 soldati nel Senegal per combattere la diffusione dell’ebola. Con 1537 soldati in Afghanistan, 677 in Kosovo, 290 contro la pirateria al largo della costa est dell’Africa, 145 sorvegliando il sud del Libano, 251 supervisionando le batterie missilistiche in Turchia, 151 addestrando soldati a Mali, 4 conducendo una simile missione di addestramento in Somalia, 247 pattugliando nel Mediterraneo, così come molti altri dispiegamenti più piccoli, l’esercito tedesco è teso fino ai limiti della sua capacità. È un esercito sviluppato durante la guerra fredda per la lotta contro i carri armati russi in Europa. È stato specificamente progettato per non essere usato all’estero. Anche se il processo di riforma è già iniziato, la Germania chiaramente sta facendo fatica a soddisfare le richieste che le vengono fatte.

Ciononostante, in meno di un anno, la Germania è passata dall’essere una potenza militare riluttante ad essere una potenza volenterosa di usare la forza come qualsiasi altra. I capi tedeschi rivelarono di recente che loro stanno studiando una nuova missione militare ogni poche settimane.

Fino a questo punto, tuttavia, la nazione ha fatto questa trasformazione senza aumentare il suo bilancio militare. La Germania sta facendo molto con poco. L’unico modo in cui riesce a fare questo è tramite i tagli alla manutenzione.

Il risultato è stato una serie di guasti imbarazzanti. Solo 42 su 109 degli Eurofighters [aerei da combattimento] tedeschi e 38 dei suoi 89 Tornado sono adatti al volo. Solo 70 dei 180 veicoli blindati sono operativi. La sua forza navale ha dei problemi simili: solo 7 delle sue 11 navi ed un quarto dei suoi sottomarini sono pronti per il combattimento.

La ministra della difesa von der Leyen era così preoccupata per i problemi che ha commissionato dei revisori esterni per esaminare lo stato dell’esercito. I revisori hanno concluso che l’esercito non può occuparsi di un’altra missione.

Eppure la Germania continua a pressare avanti. Oltre alla possibile nuova missione in Iraq, sta ora considerando di mandare dei droni e 200 soldati in Ucraina.

Una soluzione per la debolezza

Questi problemi di manutenzione stanno scaturendo un dibattito nazionale sul bilancio dell’esercito. Ancora una volta, l’ex ministro della difesa tedesco Karl-Theodor zu Guttenberg ha mostrato la via, scrivendo il 3 settembre sul Wall Street Journal: «È terribile che la Germania recentemente abbia deciso di tagliare la spesa militare di circa 800 milioni di Euro (1,05 miliardi di dollari) nel 2015.»

Per la fine del mese l’intera classe politica tedesca stava «ponderando a voce alta la possibile revisione di ciò che è stato per molto tempo un tabù politico: aumentare il bilancio per la spesa della difesa,» come lo ha messo il New York Times (29 settembre 2014).

«Ora mi chiedono se dobbiamo spendere più soldi,» ha detto l’esperto di difesa tedesca Thomas Wiegold. «Questo non è mai successo prima».

L’America ha le risorse, l’esercito e il potere per assumere la responsabilità per molti dei problemi che accadono intorno al mondo. Ma le manca la volontà.

La Germania non ha le stesse risorse che ha l’America, non ancora. Ma ha la volontà e la preveggenza di cui manca l’America.

Dei due, l’inadeguatezza delle attrezzature è il più facile da compensare.

Mentre entriamo nel 2015, la Germania sembra essere pronta ad aggiornare il suo esercito per farlo coincidere con le sue ambizioni politiche estere. Una volta che si impegna a spendere i soldi, alla Germania non ci vorrà molto perché possa risolvere i problemi di manutenzione. È molto più facile ordinare i pezzi di ricambio di un mucchio di aeroplani che ordinare nuovi squadroni. Inoltre la Germania ha persino un’opzione più potente sul tavolo: la condivisione militare.

Se gli eserciti militari europei lavorassero insieme, loro avrebbero le risorse necessarie per rimpiazzare l’America nelle regioni vicine del Nord Africa e del Medio Oriente. La Germania sta guidando la strada in questa cooperazione. La Brigata Olandese Aeromobile è già stata subordinata all’esercito tedesco, ed una delle sue brigate meccanizzate si sta preparando a rispondere alla chiamata. Il 29 ottobre del 2014, von der Leyen ha firmato un accordo con il vice Primo Ministro polacco e con il ministro della difesa Tomasz Siemoniak per unire l’esercito polacco più strettamente all’esercito tedesco.

Con il nuovo accordo, un battaglione polacco servirà sotto il comando della brigata tedesca e viceversa. I due eserciti condurranno l’addestramento e le esercitazioni insieme, faranno lo scambio degli ufficiali, e svilupperanno regole comuni stabilendo degli standard che permetterà loro di integrarsi più strettamente in futuro.

«È arrivata l’ora, finalmente, per fare dei passi concreti verso un esercito europeo,» ha detto Hans-Peter Bartels, presidente del comitato di difesa del Parlamento tedesco, la scorsa estate. «La Germania sta guidando il progetto dell’esercito europeo,» Die Welt ha scritto allora.

L’esercito tedesco forse sta facendo fatica a mantenersi al passo con la politica estera della nazione, ma nello stesso tempo, sta saldando intere brigate a se stesso.

L’importanza vitale di una saggia diplomazia

«Di tutti i fattori che contribuiscono al potere di una nazione, il più importante, seppure instabile, è la qualità della diplomazia,» Hans J. Morgenthau, uno dei più grandi pensatori del secolo XX sul tema delle relazioni internazionali, ha scritto nel suo libro Politics Among Nations (Politica tra le anzioni).

Per Morgenthau, la diplomazia significava di più di cortese gentilezze e dell’andare d’accordo con le altre nazioni. Quando usava il termine diplomazia, lui stava parlando della capacità di prendere decisioni di una nazione, della sua politica estera, di come usa le risorse a sua disposizione e di come confronta i problemi.

«Tutti gli altri fattori che determinano il potere della nazione sono, per dire il vero, la materia prima dalla quale si forgia il potere di una nazione,» ha scritto Morgenthau. «La qualità diplomatica della nazione combina quei diversi fattori in un sistema integrato, gli dà direzione e peso, e risveglia la sua potenzialità inoperosa dandole il soffio di un potere reale.»

«[Una] diplomazia competente può aumentare la potenza di una nazione ben oltre quello che uno si aspetterebbe di vedere se ci fosse la combinazione di tutti i fattori,» ha aggiunto. «Spesso nella storia il gigante Golia senza cervello né anima è stato sconfitto e ucciso da Davide il quale li aveva entrambi.»

La diplomazia «rifornirà le fonti nascoste della forza nazionale e li trasformerà interamente e in modo sicuro in realtà politiche,» egli continuava, poiché dà una direzione allo sforzo nazionale.

Questo arriva al cuore della debolezza americana e della forza tedesca. L’America ha abbondanti risorse ed ha speso un vasto ammontare per il suo esercito. Eppure è tutto sprecato a causa della diplomazia infantile che la guida. La Germania manca di risorse e di un vasto esercito, di una forza aerea e navale. Tuttavia è molto più brava a maneggiare ciò che ha.

Noi stiamo assistendo all’ascesa di una potenza e alla caduta di un’altra. Le grandi potenze che agiscono scioccamente non durano a lungo. Nel frattempo, la Germania si sta già comportando come una grande potenza, sebbene non abbia ancora un esercito di classe mondiale.

Questo è un risvolto che La Tromba ha predetto da anni. Durante quel tempo, la Germania è passata dall’essere una nazione divisa e «l’uomo infermo d’Europa» ad essere un leader indiscusso del Continente.

Quest’ascesa e questa trasformazione in una potenza volenterosa di assumersi le responsabilità per il suo vicinato con la forza militare, è una delle tendenze principali da osservare nel 2015. Cambiamenti come abbiamo visto negli ultimi mesi, senza dubbio accadranno più velocemente. Ma la profezia biblica rivela il risultato finale di questo sviluppo. Sarà la ripetizione del ruolo che la Germania ha frequentemente sostenuto durante tutta la nostra storia: quello di istigare alla guerra. La prossima volta, comunque, quella guerra si svilupperrà su scala agghiacciante, eclissando qualsiasi cosa che il mondo abbia mai sperimentato in precedenza.

Per leggere di questa guerra profetizzata, richiedete il nostro libretto gratuito Germany and the Holy Roman Empire (La Germania e il Sacro Romano Impero).